Correva l’anno 1980, passeggiavo con Sergio Bonelli in piazza Navona, a Roma. Ero già ben inserito tra gli “addetti ai lavori” e Sergio, nei suoi frequenti viaggi a Roma, veniva spesso a trovarmi su invito come “professore”, o come amico, alla libreria Vecchia Talpa di piazza dei Massimi 1° dove aveva sede il Laboratorio del Fumetto. Ma questa è un’altra storia. Quel tardo pomeriggio del 1980 percorrevamo via della Posta Vecchia – che conduce da piazza dei Massimi in piazza Navona – parlando come al solito di sceneggiatura: l’andatura di Sergio era sempre lenta e zigzagante e dovevo adeguarmi facendo attenzione a non pestargli i piedi perché lui era solito mantenere un contatto fisico, o prendendomi a braccetto, o tenendomi una mano sulla spalla.
All’altezza di un negozio di peluche lui si fermò… e quando si fermava era segno che mi avrebbe fatto una domanda precisa e importante per lui.
Mi disse: «Tu che sei sempre aggiornato sugli sceneggiatori… econdo te chi potrebbe scrivere Tex?»
La domanda era impegnativa: «Ma ne hai diversi molto bravi… Lavezzolo…», dissi.
«Non i miei… dimmi dei nomi che non lavorano con me», insistette lui.
Mi vennero in mente due nomi e glieli dissi in quest’ordine: «Nizzi e Mantelli, entrambi molto bravi nel western…», e aggiunsi subito «…e poi c’è un giovane, mio amico, che lavora per Lanciostory e Il Giornalino, si chiama Roberto Dal Prà!».
Sono trascorsi 42 anni da quel pomeriggio, che mi mette i brividi addosso mentre ne scrivo… Sergio e tanti altri amici importanti del mondo del fumetto non ci sono più. Mi rendo conto, mettendoli mentalmente in fila in questo momento, di quanti straordinari personaggi del fumetto ho conosciuto e di quanti ho avuto la fortuna di diventare amico e confidente. Roberto Dal Prà e io respiriamo ancora e siamo ancora “pronti e scalpitanti”, come diceva Sergio. 6 Ma Sergio scelse Claudio Nizzi come successore di suo padre al timone di Tex… D’altronde ero consapevole di aver inserito Roberto nella mia triade solo per incuriosire Sergio, già all’epoca ben sapevo che l’autore Dal Prà non era molto in sintonia con i “personaggi”; le storie lunghe e le saghe non lo avevano mai appassionato. Roberto era fin dall’inizio un creatore di trame, di storie con il colpo di scena, di racconti sorprendenti, di sceneggiature originali.
Mi è difficile raccontare l’ascesa creativa e professionale di Dal Prà con il distacco del prefatore. Abbiamo condiviso grandi tratti di vita lavorando insieme come creativi, facendo e disfacendo progetti editoriali, case editrici, inventando nuove riviste e scoprendo e lanciando nuovi talenti.
Accennando un consuntivo, mi è chiaro che Roberto è stato uno dei collaboratori fondamentali della mia lunga storia di “addetto ai lavori” nel 7 mondo del fumetto e, insieme, abbiamo condiviso amicizie importanti come con Carlos Trillo, Jordi Bernet ed Enrique Sánchez Abulí. E soprattutto la nostra amicizia.
Per dovere di prefatore segnalo che Avventura sull’Orinoco è stata originariamente pubblicata a colori sul settimanale «Il Giornalino» dal nº 34 del 31 agosto 1988 al nº 38 del 28 settembre 1988, ed è la prima volta che viene raccolta in volume (e nella sua prima versione, pensata da De Luca in bianco e nero, NdR).
Gianni De Luca è un pezzo di storia del fumetto italiano del Novecento, uno dei rari disegnatori italiani che hanno avuto influenza a livello internazionale. De Luca aveva superato i sessant’anni quando realizzò questa sceneggiatura di Dal Prà e aveva già dato alle stampe le sue opere più importanti e innovative. 8 Il testo, intriso di umorismo, come spesso accade nella scrittura di Dal Prà, determinò la scelta di De Luca di enfatizzare l’humour del copione adeguando il suo disegno verso il registro del grottesco. Ne risulta una iconografia un po’ datata.
De Luca è stato un innovatore nella grafica del fumetto, un narratore per immagini mai convenzionale, un grande sperimentatore spazio-temporale con le sue celebri sequenze, ma quando andava sul segno comico dichiarava tutta la sua iconicità degli anni Cinquanta. Dal Prà (1952), invece, fa parte di quella generazione pop, folgorata e alimentata dal cinema noir e dalla letteratura poliziesca. Grande architetto di trame e superlativo sostenitore del “colpo di scena”, si è dedicato alla scrittura per il fumetto divenendo fin dagli anni Ottanta uno sceneggiatore di riferimento, tradotto e pubblicato in tutto il mondo e corteggiato dai più grandi disegnatori del fumetto dimostrando, con la varietà, l’imprevedibilità e l’originalità delle sue storie, che la fantasia vola più in alto di qualsiasi cosa.
Nessun commento:
Posta un commento