Il progetto di ricerca TeatroNatura è nato nel 1992. Ancora oggi il suo scopo centrale è quello di indagare, attraverso gli strumenti dell’arte teatrale, la relazione tra arte drammatica e coscienza ecologica, tra tecnica teatrale e ambiente naturale. Questo incontro ci conduce a un ripensamento
dell'arte dell'attore rispetto alla sua presenza nello spazio scenico.
Analogamente, anche la concezione di drammaturgia, regia e composizione musicale vengono continuamente rimesse in causa. È l’idea stessa di teatro che ripensiamo da un altro punto di vista.
Uno spettacolo che nasce in un luogo naturale - un torrente, un bosco, la cima di una collina, una grotta - deve lasciarsi ispirare dalle caratteristiche del luogo e cercare significati e azioni in relazione con esso.
La natura diventa un partner vivo sia per gli artisti coinvolti (attore, regista, musicista, costumista, drammaturgo) sia per il pubblico. Il progetto coinvolge infatti anche lo spettatore: i suoi sensi sono stimolati da due eventi che si svolgono in contemporanea: quello teatrale costruito per il suo sguardo e quello naturale, imprevedibile, autonomo e in continua trasformazione.
All'attenzione del testimone, che sta compiendo un’esperienza marcata dal coinvolgimento di tutti i sensi e che si sente incluso nella vicenda teatrale e naturale, è affidata l'opportunità di cogliere le sincronicità e le connessioni tra i diversi fenomeni.
Un importante filone della ricerca riguarda il canto negli spazi naturali: sia attraverso lo studio dei canti della nostra tradizione - antichi modi vocali destinati a una pratica in spazi aperti che rivelano una parentela tra l’essere umano e il suo territorio e ci aiutano ad entrare in sintonia con le caratteristiche acustiche e ambientali di un luogo – sia con la creazione originale di canti e polifonie a cappella che costituiscono un ulteriore veicolo di esperienza e attrazione poetica per lo spettatore nella natura. Mentre la percezione si risveglia, la struttura drammatica del testo (spesso miti e testi classici) e della musica interagiscono con il paesaggio: dai luoghi stessi provengono suggerimenti continui sia per le azioni fisiche che per la qualità vocale, la scelta di materiali e colori per i costumi, l'ideazione registica. Si arriva ad una composizione dinamica che ritrova un equilibrio possibile tra mondo umano e mondo naturale, un equilibrio che conduce alla percezione di una reciproca appartenenza.
La luce naturale entra nella scrittura drammaturgia e, trascolorando verso la notte, segna l’irreversibile scorrere del tempo nello spettacolo. L’irriducibilità della realtà naturale costituisce una sfida, una domanda aperta per la realtà artistica.
La qualità della presenza di un attore deve continuamente confrontarsi con quella, spesso più radicale e poetica, di un albero, un cielo stellato, uno spazio sonoro d’uccelli, un improvviso alzarsi del vento. Sia l’attore che il personaggio devono essere in costante rapporto con la struttura scenica palpitante, a volte risucchiante o sospesa nell’immobilità della bonaccia ma sempre in continua trasformazione. È come se ad ogni replica l’attore potesse lavorare il proprio ruolo adattandolo ad un altro spettacolo cominciato prima del suo arrivo e che continuerà comunque senza di lui. Infatti non è solo l’umano a dotare di significati la natura ma gli stessi luoghi naturali sono portatori di emozioni e significati che ci influenzano spesso al di là della nostra particolare cultura: sia pur con infinite sfumature individuali, camminare o sostare in una grotta, sulla cima di una collina dal vasto orizzonte sotto un salice dorato dal tramonto dona sensazioni precise e differenti; in una pianura, al crepuscolo, l’ombra che avanza spinge il nostro stato d’animo all’introversione; attraversare un prato per ripercorrerlo dopo poche ore sotto il cielo stellato ci dà l’impressione che il prato sia tutt’altro e che anche noi siamo diversi da quelli che camminavano sotto il sole qualche ora prima. Costruire scene in relazione a questi stati d’animo è una parte importante della nostra ricerca. Così vicenda umana, scorrere del tempo e paesaggio entrano in un rapporto inscindibile a vantaggio di una intensità della presenza di attori, spettatori e, misteriosamente, dei luoghi naturali stessi.
Il progetto ha attualmente dato vita a numerosi progetti di ricerca, rassegne teatrali, laboratori e spettacoli, presentati in parchi, riserve naturali, festival e aree da valorizzare, su tutto il territorio nazionale.
Ha vinto il prestigioso premio Europarc - Federazione internazionale Parchi d’Europa, per il miglior progetto di interpretazione ambientale del territorio.
I CantieriScalzi a Roma.
O Thiasos ha la sua sede urbana a Roma. La sala CantieriScalzi è uno spazio di 80 mq, attrezzato per le prove al chiuso della compagnia, spettacoli, laboratori di teatro, canto, poesia e movimento, aperti a chi sia interessato a un progetto di formazione permanente. L'intento è di stimolare e radicare una cultura creativa d’ascolto e di consapevolezza, elementi necessari sia per la pratica artistica che per la formazione di un pubblico insieme attivo e recettivo.
In questa prospettiva i CantieriScalzi hanno ospitato spettacoli, laboratori ed eventi: Laura Curino, Rena Mirecka, Maurizio Buscarino, Giovanna Marini, Mamadou Dioume, Daniela Attanasio, Gheshe Gedun Tharcin, Iolanda Insana, Elio Pecora, Margit Martinu, Sandro Portelli sono stati tra i nostri ospiti. Da anni Sista Bramini e Francesca Ferri conducono i loro laboratori annuali di teatro e canto in movimento ai CantieriScalzi. Daniela Attanasio vi ha ambientato per alcuni anni i suoi laboratori di poesia e, in collaborazione con O Thiasos, ha realizzato la rassegna di ‘Poesia d’ascolto’ e ha ideato e organizzato alcune Feste di Poesia.
La CasaLaboratorio Polyxena di Centeno (Vt).
Nostro luogo d’elezione, la CasaLaboratorio di Centeno è situata a Centeno, antico borgo già terra di confine al tempo romani e poi tra Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio.
E’ una antica casa-podere sulle colline che circondano la valle del Paglia, al confine fra Toscana, Lazio e Umbria. La casa e gli spazi di lavoro sono circondati da boschi, campi e sono attraversati dal fiume Paglia. Qui nasce e si sviluppa buona parte dei nostri spettacoli e dei nostri laboratori di ricerca sul TeatroNatura.
Attualmente la CasaLaboratorio di Centeno ospita il progetto residenziale ricorrente Alla ricerca del Genius loci, con un gruppo di 25 persone (artisti, pedagoghi e ricercatori) che vi si incontrano in diverse stagioni dell’anno.
dell'arte dell'attore rispetto alla sua presenza nello spazio scenico.
Analogamente, anche la concezione di drammaturgia, regia e composizione musicale vengono continuamente rimesse in causa. È l’idea stessa di teatro che ripensiamo da un altro punto di vista.
Uno spettacolo che nasce in un luogo naturale - un torrente, un bosco, la cima di una collina, una grotta - deve lasciarsi ispirare dalle caratteristiche del luogo e cercare significati e azioni in relazione con esso.
La natura diventa un partner vivo sia per gli artisti coinvolti (attore, regista, musicista, costumista, drammaturgo) sia per il pubblico. Il progetto coinvolge infatti anche lo spettatore: i suoi sensi sono stimolati da due eventi che si svolgono in contemporanea: quello teatrale costruito per il suo sguardo e quello naturale, imprevedibile, autonomo e in continua trasformazione.
All'attenzione del testimone, che sta compiendo un’esperienza marcata dal coinvolgimento di tutti i sensi e che si sente incluso nella vicenda teatrale e naturale, è affidata l'opportunità di cogliere le sincronicità e le connessioni tra i diversi fenomeni.
Un importante filone della ricerca riguarda il canto negli spazi naturali: sia attraverso lo studio dei canti della nostra tradizione - antichi modi vocali destinati a una pratica in spazi aperti che rivelano una parentela tra l’essere umano e il suo territorio e ci aiutano ad entrare in sintonia con le caratteristiche acustiche e ambientali di un luogo – sia con la creazione originale di canti e polifonie a cappella che costituiscono un ulteriore veicolo di esperienza e attrazione poetica per lo spettatore nella natura. Mentre la percezione si risveglia, la struttura drammatica del testo (spesso miti e testi classici) e della musica interagiscono con il paesaggio: dai luoghi stessi provengono suggerimenti continui sia per le azioni fisiche che per la qualità vocale, la scelta di materiali e colori per i costumi, l'ideazione registica. Si arriva ad una composizione dinamica che ritrova un equilibrio possibile tra mondo umano e mondo naturale, un equilibrio che conduce alla percezione di una reciproca appartenenza.
La luce naturale entra nella scrittura drammaturgia e, trascolorando verso la notte, segna l’irreversibile scorrere del tempo nello spettacolo. L’irriducibilità della realtà naturale costituisce una sfida, una domanda aperta per la realtà artistica.
La qualità della presenza di un attore deve continuamente confrontarsi con quella, spesso più radicale e poetica, di un albero, un cielo stellato, uno spazio sonoro d’uccelli, un improvviso alzarsi del vento. Sia l’attore che il personaggio devono essere in costante rapporto con la struttura scenica palpitante, a volte risucchiante o sospesa nell’immobilità della bonaccia ma sempre in continua trasformazione. È come se ad ogni replica l’attore potesse lavorare il proprio ruolo adattandolo ad un altro spettacolo cominciato prima del suo arrivo e che continuerà comunque senza di lui. Infatti non è solo l’umano a dotare di significati la natura ma gli stessi luoghi naturali sono portatori di emozioni e significati che ci influenzano spesso al di là della nostra particolare cultura: sia pur con infinite sfumature individuali, camminare o sostare in una grotta, sulla cima di una collina dal vasto orizzonte sotto un salice dorato dal tramonto dona sensazioni precise e differenti; in una pianura, al crepuscolo, l’ombra che avanza spinge il nostro stato d’animo all’introversione; attraversare un prato per ripercorrerlo dopo poche ore sotto il cielo stellato ci dà l’impressione che il prato sia tutt’altro e che anche noi siamo diversi da quelli che camminavano sotto il sole qualche ora prima. Costruire scene in relazione a questi stati d’animo è una parte importante della nostra ricerca. Così vicenda umana, scorrere del tempo e paesaggio entrano in un rapporto inscindibile a vantaggio di una intensità della presenza di attori, spettatori e, misteriosamente, dei luoghi naturali stessi.
Il progetto ha attualmente dato vita a numerosi progetti di ricerca, rassegne teatrali, laboratori e spettacoli, presentati in parchi, riserve naturali, festival e aree da valorizzare, su tutto il territorio nazionale.
Ha vinto il prestigioso premio Europarc - Federazione internazionale Parchi d’Europa, per il miglior progetto di interpretazione ambientale del territorio.
I CantieriScalzi a Roma.
O Thiasos ha la sua sede urbana a Roma. La sala CantieriScalzi è uno spazio di 80 mq, attrezzato per le prove al chiuso della compagnia, spettacoli, laboratori di teatro, canto, poesia e movimento, aperti a chi sia interessato a un progetto di formazione permanente. L'intento è di stimolare e radicare una cultura creativa d’ascolto e di consapevolezza, elementi necessari sia per la pratica artistica che per la formazione di un pubblico insieme attivo e recettivo.
In questa prospettiva i CantieriScalzi hanno ospitato spettacoli, laboratori ed eventi: Laura Curino, Rena Mirecka, Maurizio Buscarino, Giovanna Marini, Mamadou Dioume, Daniela Attanasio, Gheshe Gedun Tharcin, Iolanda Insana, Elio Pecora, Margit Martinu, Sandro Portelli sono stati tra i nostri ospiti. Da anni Sista Bramini e Francesca Ferri conducono i loro laboratori annuali di teatro e canto in movimento ai CantieriScalzi. Daniela Attanasio vi ha ambientato per alcuni anni i suoi laboratori di poesia e, in collaborazione con O Thiasos, ha realizzato la rassegna di ‘Poesia d’ascolto’ e ha ideato e organizzato alcune Feste di Poesia.
La CasaLaboratorio Polyxena di Centeno (Vt).
Nostro luogo d’elezione, la CasaLaboratorio di Centeno è situata a Centeno, antico borgo già terra di confine al tempo romani e poi tra Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio.
E’ una antica casa-podere sulle colline che circondano la valle del Paglia, al confine fra Toscana, Lazio e Umbria. La casa e gli spazi di lavoro sono circondati da boschi, campi e sono attraversati dal fiume Paglia. Qui nasce e si sviluppa buona parte dei nostri spettacoli e dei nostri laboratori di ricerca sul TeatroNatura.
Attualmente la CasaLaboratorio di Centeno ospita il progetto residenziale ricorrente Alla ricerca del Genius loci, con un gruppo di 25 persone (artisti, pedagoghi e ricercatori) che vi si incontrano in diverse stagioni dell’anno.