venerdì 7 ottobre 2022

[c.s.:] AVVENTURA SULL'ORINOCO. Una postilla: il De Luca beffardo. [Gianni BRUNORO.]

 

 

La Prefazione di Francesco Coniglio si conclude con un cenno finale alla componente grafica

di questo racconto scritto da Roberto Dal Prà, sottolineandone la pregevole verve umoristica.Ma è opportuno sottolineare anche il simmetrico apporto al graphic novel di Gianni De Luca. Ilquale fu bensì quel grande disegnatore che sappiamo, ma nel suo stile fu notevole anche l’apportoumoristico.

In effetti, abbagliati dalla bellezza della sua arte grafica, eccelsa sul piano realistico, si è portati a non interessarsi dei suoi aspetti umoristici. I quali si sono manifestati in quanto sempre serpeggianti nella sua opera ma anche in fumetti decisamente comici.

Tanto per evidenziarlo, va focalizzato come minimo un solo particolare. Il Diario Vitt è stato per vent’anni una giusta gloria di Jacovitti. Ma chi ha vissuto il fumetto nella sua evoluzione non dimentica che il primissimo Diario Vitt, anno scolastico 1950-51, fu opera proprio di De Luca. Era un diario scolastico povero per quei tempi, in un’Italietta che si stava ancora leccando le ferite della guerra conclusa qualche anno prima. Era un volume rilegato, disseminato di figurette singole in bianco/nero disegnate – appunto – da De Luca, nelle quali egli ritraeva in scenette scolastiche gli alunni destinatari di quel tipo di prodotto editoriale. Per concludere: nelle immagini di quel primissimo Diario Vitt c’erano ragazzetti delineati con tenera ironia, con umorismo garbato, quale De Luca manifestava anche sul settimanale «Il Vittorioso», dotando di figurette analoghe sia certe rubriche sia le puntate di romanzi a testo.

Insistiamo, al di là delle sue doti espressive drammatiche, c’era in De Luca anche un lato irridente che lo rendeva anche un apprezzabile umorista: una sua caratteristica di cui, in pratica, non si è quasi mai parlato, perché in fondo egli sapeva discretamente mimetizzarsi. Però è una presenza sistematica per nulla marginale in tutta la sua opera.

All’ironia, al grottesco, all’umorismo, De Luca ha sempre avuto una chiara propensione, evidente perfino nelle sue opere più drammatiche, come le trasposizioni della Trilogia Shakespeariana (1975-76).

La tempesta evidenzia per esempio una specie di solare umorismo nell’affettuosa maniera di caricaturare Calibano o nell’ariosa raffigurazione dei folletti e di Ariel. Ma un grottesco umorismo fa capolino anche nelle drammatiche tavole di Amleto, durante i momenti della sua cupa follia. E qualche sprazzo di autentico humour nero illumina perfino i tratti sinistri della fosca tragedia di Romeo e Giulietta. In effetti, le sue immagini hanno sempre una sfumatura di deformazione umoristica. Per citare un paio di esempi presi quasi a caso (tanto, non c’è che l’imbarazzo della scelta) si guardino le vignette (1969) del racconto Bob Jason, il cui vero protagonista Falco, vero educatore del ragazzino Bob, è la caricatura di un maturo trapper. Come del resto, sempre esemplificando, nella serie Il commissario Spada, il vecchio Sgrinfia è l’indovinata, affettuosa caricatura di un barbone.

Da un talento graficamente realistico come il suo è tuttavia permeata – si diceva – la sua intera opera, che appunto realistica rimane, ma permeata da un sistematico registro ora ironico, ora grottesco, ora perfino sarcastico: evidenziato nelle fisionomie dei volti, nelle movenze corporee, perfino in alcuni casi anche nel registro generale dell’opera.

Come nel racconto (1960) Non fumar la dinamite; con la realizzazione a fumetti, 1983, di quel capolavoro della letteratura per ragazzi che è Il Giornalino di Gian Burrasca di Vamba. De Luca ne fece un’opera deliziosa. Il disegno umoristico grottesco è impostato su una stilizzazione della figura umana, ed è come se egli operasse una caricatura della struttura scheletrica, a cui aggiungesse quella della carne e dei muscoli, per completarle alla fine con la caricatura dei costumi, dei vestiti, degli ambienti, degli arredi.

Un altro esito eccezionale è il suo breve episodio, 1985, Totò – Lo scugnizzo del Rione Sanità: autentico, piccolo capolavoro. In effetti, da una parte sta la strepitosa capacità di De Luca di ritrarre le fisionomie senza cadere nella gelida fotograficità. Dall’altra, c’è la ricchezza degli effetti grafici usati. Ma a dire il vero, queste sue eccellenti capacità nel suo stile, sono sistematicamente diffuse in tutto il racconto, come una radiazione di fondo, che sfocia in una inarrivabile capacità nella deformazione caricaturale delle immagini: anche qui, corpi, volti o ambienti che siano.

In questa prospettiva, era del tutto naturale che nel 1988, quando per «Il Giornalino» si doveva realizzare la sceneggiatura di Avventura nell’Orinoco, così simpaticamente impostata da Dal Prà sull’umorismo, l’illustratore scelto sia stato De Luca, in quanto titolare di uno stile umoristico dai canoni originali e caratterizzanti di una sicura modernità. Basta scorrere le pagine del racconto per constatare quanto esso rispecchi quelle caratteristiche di cui si è parlato più sopra, un esito di sorprendente plausibilità, intimamente imbevuto di spirito grottesco, quello irridente dell’autore. Sicché non è detto che il fumetto, acquistando un eccezionale disegnatore realista, non abbia però perso un umorista autentico.




AVVENTURA SULL'ORINOCO. Prefazione di Francesco CONIGLIO.


Correva l’anno 1980, passeggiavo con Sergio Bonelli in piazza Navona, a Roma. Ero già ben inserito tra gli “addetti ai lavori” e Sergio, nei suoi frequenti viaggi a Roma, veniva spesso a trovarmi su invito come “professore”, o come amico, alla libreria Vecchia Talpa di piazza dei Massimi 1° dove aveva sede il Laboratorio del Fumetto. Ma questa è un’altra storia. Quel tardo pomeriggio del 1980 percorrevamo via della Posta Vecchia – che conduce da piazza dei Massimi in piazza Navona – parlando come al solito di sceneggiatura: l’andatura di Sergio era sempre lenta e zigzagante e dovevo adeguarmi facendo attenzione a non pestargli i piedi perché lui era solito mantenere un contatto fisico, o prendendomi a braccetto, o tenendomi una mano sulla spalla.

All’altezza di un negozio di peluche lui si fermò… e quando si fermava era segno che mi avrebbe fatto una domanda precisa e importante per lui.

Mi disse: «Tu che sei sempre aggiornato sugli sceneggiatori… econdo te chi potrebbe scrivere Tex?»

La domanda era impegnativa: «Ma ne hai diversi molto bravi… Lavezzolo…», dissi.

«Non i miei… dimmi dei nomi che non lavorano con me», insistette lui.

Mi vennero in mente due nomi e glieli dissi in quest’ordine: «Nizzi e Mantelli, entrambi molto bravi nel western…», e aggiunsi subito «…e poi c’è un giovane, mio amico, che lavora per Lanciostory e Il Giornalino, si chiama Roberto Dal Prà!».

Sono trascorsi 42 anni da quel pomeriggio, che mi mette i brividi addosso mentre ne scrivo… Sergio e tanti altri amici importanti del mondo del fumetto non ci sono più. Mi rendo conto, mettendoli mentalmente in fila in questo momento, di quanti straordinari personaggi del fumetto ho conosciuto e di quanti ho avuto la fortuna di diventare amico e confidente. Roberto Dal Prà e io respiriamo ancora e siamo ancora “pronti e scalpitanti”, come diceva Sergio. 6 Ma Sergio scelse Claudio Nizzi come successore di suo padre al timone di Tex… D’altronde ero consapevole di aver inserito Roberto nella mia triade solo per incuriosire Sergio, già all’epoca ben sapevo che l’autore Dal Prà non era molto in sintonia con i “personaggi”; le storie lunghe e le saghe non lo avevano mai appassionato. Roberto era fin dall’inizio un creatore di trame, di storie con il colpo di scena, di racconti sorprendenti, di sceneggiature originali.

Mi è difficile raccontare l’ascesa creativa e professionale di Dal Prà con il distacco del prefatore. Abbiamo condiviso grandi tratti di vita lavorando insieme come creativi, facendo e disfacendo progetti editoriali, case editrici, inventando nuove riviste e scoprendo e lanciando nuovi talenti.

Accennando un consuntivo, mi è chiaro che Roberto è stato uno dei collaboratori fondamentali della mia lunga storia di “addetto ai lavori” nel 7 mondo del fumetto e, insieme, abbiamo condiviso amicizie importanti come con Carlos Trillo, Jordi Bernet ed Enrique Sánchez Abulí. E soprattutto la nostra amicizia.

Per dovere di prefatore segnalo che Avventura sull’Orinoco è stata originariamente pubblicata a colori sul settimanale «Il Giornalino» dal nº 34 del 31 agosto 1988 al nº 38 del 28 settembre 1988, ed è la prima volta che viene raccolta in volume (e nella sua prima versione, pensata da De Luca in bianco e nero, NdR).

Gianni De Luca è un pezzo di storia del fumetto italiano del Novecento, uno dei rari disegnatori italiani che hanno avuto influenza a livello internazionale. De Luca aveva superato i sessant’anni quando realizzò questa sceneggiatura di Dal Prà e aveva già dato alle stampe le sue opere più importanti e innovative. 8 Il testo, intriso di umorismo, come spesso accade nella scrittura di Dal Prà, determinò la scelta di De Luca di enfatizzare l’humour del copione adeguando il suo disegno verso il registro del grottesco. Ne risulta una iconografia un po’ datata.

De Luca è stato un innovatore nella grafica del fumetto, un narratore per immagini mai convenzionale, un grande sperimentatore spazio-temporale con le sue celebri sequenze, ma quando andava sul segno comico dichiarava tutta la sua iconicità degli anni Cinquanta. Dal Prà (1952), invece, fa parte di quella generazione pop, folgorata e alimentata dal cinema noir e dalla letteratura poliziesca. Grande architetto di trame e superlativo sostenitore del “colpo di scena”, si è dedicato alla scrittura per il fumetto divenendo fin dagli anni Ottanta uno sceneggiatore di riferimento, tradotto e pubblicato in tutto il mondo e corteggiato dai più grandi disegnatori del fumetto dimostrando, con la varietà, l’imprevedibilità e l’originalità delle sue storie, che la fantasia vola più in alto di qualsiasi cosa.

AVVENTURA SULL'ORINOCO. [1988RobertoDalPRÀ‌;GianniDeLUCA. | NPE. | Press-kit.]

 























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Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)

Titolo: AVVENTURA SULL'ORINOCO. [1988. Roberto Dal PRÀ‌; Gianni De LUCA.] © 1988 Roberto Dal Prà, eredi De Luca.
Collana: Gianni De Luca
Numero in Collana: 4
Direttore Editoriale: Nicola Pesce
ISBN: 9788836270927 © 2022 Solone srl per questa edizione
Autori: Roberto Dal Prà, Gianni De Luca
Formato: 1 volume 21x29,7 cm, cartonato b/n, pg.64
Prezzo: 16,90 euro
Editore: Edizioni NPE
Caporedattore: Stefano Romanini
Ufficio stampa: Gloria Grieco ufficiostampa@edizioninpe.it
Service editoriale: Valeria Morelli
Correzione bozze a cura della redazione
Progetto, elaborazione grafica e colorazione cover: Nino Cammarata
Stampato tramite Tespi srl – Eboli nel mese di luglio 2022
Data di uscita in libreria di varia e fumetteria: 9 settembre 2022.
Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it

Le 46 tavole complete di Avventura sull’Orinoco apparvero per la prima volta sulle pagine de «Il Giornalino» nel 1988.

LINK ALLA PAGINA DEL SITO CON PREVIEW:
https://edizioninpe.it/product/avventura-sullorinoco/



«Professore, anche lei da ragazzo sognava di andare a caccia di tesori.»
Aristide Florescu, archeologo di fama mondiale, parte per una spedizione alla volta di San Fernando, lungo il confine tra Colombia e Venezuela, in compagnia del suo assistente James. Ad accoglierlo al suo arrivo troverà la banda di Fritz Losco, contrabbandiere di opere d’arte, che lo costringerà a condurli sul luogo di un antico tesoro. Tutti ignorano però che Billy, un ragazzino che il professore ha conosciuto durante un incontro in un orfanotrofio, li ha seguiti di nascosto. Sarà proprio l’amicizia tra Billy e l’indio Tupay a dare un’incredibile svolta alla storia.



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