lunedì 30 aprile 2007

COCONINO Press + IGORT ha detto:

http://www.coconinopress.it/
È il bordeaux lo sfondo dell'emblema di questa casa editrice; una porzione del sangue del big bang in continua espansione evolutiva: florido degli iridati notturni che scorrono in noi; il sangue del vagabondeggiare per sentieri liberi, per canneti silenti, per altopiani ancestrali...
Queste le immagini del semplice sfogliare il catalogo Coconino.
I sapori di un movimento espressivo senza obblighi, gli effluvi di un movimento poetico con a margine gli algidi piani economici.
Questo appare dall'operato della Coconino, una delle realtà della Libera Arte della Mano.

«Coconino press è un nome, un manifesto teorico racchiuso in una sigla. Coconino infatti era il paese immaginario nel quale si muovevano i personaggi inventati da George Herriman. Krazy cat, il topo Ignatz e Officer Bull Pupp. Uno dei fumetti più poetici mai disegnati nella storia del comic che influenzò molto, per sua stessa ammissione, lo stesso Schultz, celebre padre dei Peanuts. Nel momento in cui il fumetto d'autore sembrava quasi dimenticato in Italia, a dispetto del suo importante passatp, sommerso dalle mode supereroistiche o manga commerciali, la Coconino sorgeva per portare da noi e altrove, il vento forte che soffiava nel fumetto di tutto il mondo. Stava infatti accadendo che il fumetto fosse giunto a livelli di maturità espressiva mai raggiunti prima. Il fumetto come forma contemporanea di romanzo era una realtà praticata a est come a ovest. Una intera nuova generazione di Narratori, in Canada, Nord e Sud America, Europa e Asia si era data appuntamento per raccontare storie a lungo respiro, affrontando tematiche di solito estranee al fumetto o alla letteratura di evasione, tematiche esistenziali, capaci di affrontare con forme e stili complessi una nuova materia di racconto. Un racconto viscerale o distaccato che portava la finzione al grado zero era la proposta di alcuni. "Basta fiction" si urlava "ora si racconta la vita di tutti i giorni" . In questi semi la nuova verve visionaria si insinuava a stravolgere una narrazione di eventi dolorosi. La malattia come la ricerca di sè. Altre narrazioni invece rifondavano il "genere", lavorando storie come nel cinema avevano fatto i grandi cineasti negli anni settanta: Cassavetes o Scorsese in primis. Il nuovo noir prendeva piede, ma anche nuove interpretazioni possibili dell'orrore contemporaneo che da Daniel Clowes a Suehiro Maruo sembravano immergersi nella realtà quotidiana più che tutti i lavori che li avevano preceduti. C'era una volontà di riportare nel fumetto la vita, le cose dell'esistenza che la semplice letteratura d'evasione lasciava fuori dalla porta. Questo fare innovatore aveva una audience mondiale affamata di linfa nuova. E l'Italia sembrava rimanere estranea a tutto questo, presa come era da una febbre di consumo acritico. Quello che determinò una buona accoglienza da parte dei lettori e della critica fu probabilmente il fatto che oltre a un programma compatto la Coconino portò sin dalla sua fondazione un progetto di libro preciso. Una idea ruvida che si traduceva con cose semplici ma immediatamente percepibili: carta opaca e di grande qualità, lontana dalle pailletes che avevano drogato il consumatore con una estetica apparentemente lussuosa. Grafica rigorosa. E una cura editoriale che avrebbe determinato una stima internazionale. Al principio era una scommessa; oggi sono passati 4 anni, cento libri, traduzioni in oltre dieci lingue, un catalogo di primo piano. Oggi la terra sommersa di un tempo è visibile. Il fumetto internazionale è approdato da noi. La narrazione d'autore italiana è richiesta all'estero. Il pubblico esigente ha riscoperto il piacere della lettura. Ha finalmente pane per i suoi denti. Siamo solo al principio. La nuova letteratura disegnata riceve attenzione e premi mai dati fino ad ora a un opera a fumetti. E la Coconino Press è una delle case editrici con il medagliere più cospicuo. Con il tempo e con la passione degli autori la narrazione si estenderà sempre più sino a completare un affresco ambizioso che vuole la narrativa a quadretti tra i grandi protagonisti del nuovo racconto. Si fatica persino a trovare una definizione a questo genere di opere. L'unico termine che pare esaudire in parte l'esigenza di una definizione di questa nuova narrazione pare essere "graphic novel" o per dirla nel nostro meraviglioso idioma "romanzo grafico". E al romanzo grafico perfino la più prestigiosa rivista letteraria d'America ( McSweeney's ) ha dedicato un intero bellissimo numero. Frattanto da noi come altrove molti film sono in cantiere a partire dalle opere in questione. Non sono i film tradizionali tratti dagli eroi a fumetti come siamo abituati a pensarli ma opere drammatiche o commedie in cui si osserva con uno sguardo nuovo. Niente uomini volanti. Il sogno è vivere a occhi aperti.»
igort, Tokyo Ottobre 2004

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I L N O M A D E
SCRITTI E PENSIERI SULL'ARTE DI NARRARE PER IMMAGINI

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http://igort.blogspot.it/
S T O R Y - T E L L E R
SCARABOCCHI, ANNOTAZIONI E PENSIERI
SULL'ARTE DI NARRARE PER IMMAGINI
E' uno scrittore, uno sceneggiatore, un disegnatore, un illustratore, un pittore, un narratore, un artista, un musicista... l'Editore.

Quì, voglio solo focalizzare l'attenzione di tutti sul l'AUTORE che è la rappresentazione di ciò che il fumetto deve essere, insieme con l'editoria, in Italia!
Igort lavora da oltre venti anni come autore di fumetti e illustratore. Le sue prime storie sono pubblicate sulla rivista "Il pinguino, da lui fondata con altri, alla quale parteciparono anche Giorgio Carpinteri e Lorenzo Mattotti. Nel corso degli anni Ottanta i suoi fumetti appaiono sulle pagine delle più prestigiose riviste internazionali ("Linus", "Alter", "Frigidaire", "Metal Hurlant", "L'echo des Savanes", "Vanity", "The Face"). In breve viene considerato uno dei più raffinati autori dell'avanguardia fumettistica. Nel 1983, insieme a Brolli, Carpinteri, Iori, Kramsky e Mattotti, è fondatore di Valvoline, un gruppo di autori che scombussola le regole del fumetto d'avventura tradizionale. I suoi lavori arrivano in America e Giappone. Nel corso di una frenetica attività fonda numerose riviste tra le quali (oltre al "Pinguino") ricordiamo, "Dolce vita", "Fuego", "Due", "Black". Dagli anni Novanta pubblica regolarmente in Giappone creando la serie Amore, ambientata in Sicilia, e Yuri, entrambe edite dalla casa editrice Kodansha. La sua attività si estende, partecipa a edizioni speciali delle prestigiosa Magazine House Tokyo, Hon Hon Do e altre. Lo chiama per una collaborazione il musicista premio oscar Ryuichi Sakamoto. Frattanto i suoi disegni diventano tessuti, abiti, tappeti, serigrafie, sculture, giocattoli ecc. Collabora con Studio Alchimia, Swatch, Alessi, Memphis ecc. Nel 1994 espone i suoi lavori alla Biennale di Venezia. Ha al suo attivo una carriera di musicista. Incide, dal 1978, una decina di album e lavora come autore e conduttore radiofonico (Radio città del Capo-Popolare network e radio 2 RAI). Nel 2000 fonda e dirige la casa editrice Coconino Press. Il suo ultimo romanzo a fumetti: "5 è il numero perfetto" è pubblicato simultaneamente in Italia, Francia, USA, Canada, Germania, Olanda, Spagna, Grecia e Portogallo.

Dalla sua casa editrice al suo portfolio al blog...
Godete la cucina del suo racconto; portate servite giornalmente...
Carpite la sua professionalità, il suo mondo, la sua arte... Carpite e lavorate... e, forse, sarete fortunati a diventare piccoli artisti!

Piccoli come Igort... Granello di Spezia, Universo Infinito...

<<Io scrivo come si faceva un tempo per i feuilleton, in diretta: ho scritto centinaia di storie sino a oggi e quindi mi sento a mio agio per strutturare. Ma ripeto, sono in diretta. Ogni volta che chiudo un capitolo so più o meno dove vado per il prossimo. Poi ho una prospettiva, delle linee di fuga, una parabola narrativa. So che tipo di rapporti hanno i personaggi tra di loro. Poi vado. Lascio scorrere il fiume. Rischio. Scopro, mi emoziono, tremo. Insomma lo vivo senza molta distanza. E' un grandissimo piacere per me correre sul filo di questo racconto. E la suspense è una suspense vera. Sentita, perché sorprende me per primo. Come disegnare tutto direttamente a china. Se trovi il modo, e hai una buona conoscenza del tuo universo, riesci. Io me lo domando, ho una buona conoscenza del mio mondo? vediamo, lo vediamo tutti in diretta. Ho delle corde a cui tenermi, che sono le linee prospettiche e una certa esperienza di narratore, ma sono senza rete. Scrivo una cosa in un capitolo e di quella devo tenere conto in quelli successivi. Esperienza vivificante; c'è da farsela addosso. Ma ripeto, la storia la sto vivendo con emozione, per me non è affatto un esercizio di stile.>>

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<<(...) Mi è toccato di dire a Chiara che ci vorrà un annetto perché se ne possa leggere un altro capitolo. La cosa che mi ha stupito è che non si è preoccupata per nulla.
E' estremamente disposta ad aspettare, anche tempi lunghi, tra una Puntata e l'altra della storia. Anzi, a volte ho il sospetto che la chiusura della storia sia un'ossessione tutta mia e che ai miei bambini non importi molto (capita che lasciamo libri a metà, perché me li dimentico, e che quando ce li troviamo davanti loro non li voglianleggere perché li reputano noiosi dicendo che l'altra volta non l'avevamo finiti di proposito)...
I figli di Paolo hanno un amore per il racconto puro, che è indipendente, a quanto pare, dall'idea di chiudere le cose aperte. E questo più o meno è come funziona la mia zucca. io dimentico i film subito dopo averli letti o i libri e poso vederli per dei tratti o leggere un libro da metà.
Mi rimangono solo impressioni e qualche scena. che poi finisce indirettamente in un impasto e forse diventa nuova storia.
Altra cosa che mi domando è se sia possibile, quella scommessa che i giapponesi rilanciano continuamente: una storia "universale" non con un pubblico preciso; che parli a adulti o bambini, colti o incolti, impiegati o casalinghe.
Una storia che parli a tutti.
In fondo Marquez o Hugo cosa scrivevano? Grandi favole per adulti. Miyazaki fa film per Bambini?>>

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