domenica 20 aprile 2008

VIRUS [IT. 1939. Federico PEDROCCHI; Walter MOLINO]

Italia, 1939 / avventura / di Federico Pedrocchi e Walter Molino
Virus, "il mago della foresta morta", è creato e sceneggiato da Federico Pedrocchi nel 1939 per il giornale a fumetti Audace, dell'editore Arnoldo Mondadori. I disegni sono di Walter Molino, al quale si sostituirà Antonio Canale

PICCOLA STORIA DEI FUMETTI DI FANTASCIENZA.
VIRUS: IL PRIMO VERO FUMETTO ITALIANO DI FANTASCIENZA
di Francesco Paolo Conte.
“Ho provato a rileggere Virus a trent’anni di distanza e confesso che mi ha dato intellettualmente, ora, gli stessi brividi che mi infondate da ragazzo, quando non mi fece dormire per un notte: perché la trama è carpenteria perfetta di un superbo artigiano del fantastico e gli ingredienti sono tutti di primissima qualità: le sabbie mobili che ribollono e la sinistra oscurità e i venti che urlano, i portenti terribili e le profezie ineluttabili. Una serie di straordinari ordigni di fantascienza, di gadget tecnologici – le gabbie di trasmissione, i dischi che trasmettono i suoni che compongono o disintegrano l fisico di un personaggio, gli specchi visori, le onde dell’etere – riverberano in queste pagine come accenti che contrappuntano il superbo ritratto che le domina da capo a fondo: Virus il mago.”
Il periodo sopra riportato non appartiene ad uno storico dei fumetti ma ad un giornalista e scrittore assai versato nell’analisi di costume: Guido Gerosa, invitato, diversi anni or sono, a scrivere un breve testo di presentazione ad un volume, Le grandi firme del fumetto italiano, realizzato, con molto amore e molta cura, da un gruppo capitanato da Carlo Pedrocchi, il figlio del creatore di Virus, Federico Pedrocchi.
Virus, in effetti non è solamente una serie di fumetti avventurosi di segno fantascientifico. È un personaggio complesso , di taglio letterario (nel senso migliore del termine) che si impone all’attenzione del lettore, quale che sia la sua età e l suo background culturale. Per il ragazzo Gerosa, e per tutti i ragazzi del suo tempo, Virus era ‘eroe “cattivo” di una affascinante serie a fumetti.
Per l’uomo Gerosa, e per tutti gli uomini che questo personaggio hanno conosciuto, per non più dimenticarlo, all’epoca dei calzoni corti. Virus è un modello. Il modello inquietante dello scienziato che sia tale, al di fuori del comune sentimento dell’esistenza. Un uomo di sapere che non conosce altra realtà se non quella del suo mondo intimo, un mondo il cui accesso è proibito ai più, anche se violabile ad opera di qualche ardimentoso idealista (e questo ,infatti, succede nelle tre vicende di Virus, con l’intervento del coraggioso ed equilibrato Roberto affiancato dall’adolescente nipote Piero).
Non ha importanza indagare, qui, sulla appartenenza di Virus ala proterva caratteristica degli “scienziati passi”. La follia (un particolare genere di lucida follia prevaricatrice) è spesso lo scopo che gli scienziati debbono pagare per essere stati fatti oggetto dalle stigmate del genio. E nel caso di Virus una contabilità del bene e del male è ardua e forse, se si facesse, non è certo che il male prevarrebbe al bene, giacché le scoperte degli scienziati restano e sono gli scienziati a scomparire.
PEDROCCHI E LA FANTASCIENZA
Nel 1939 il fumetto di fantascienza festeggiava il decimo compleanno: due lustri,m infatti, erano trascorsim dall’apparizione di Buck Robergs. Il comic italiao, in questo ambito, aveva avuto tre anni prima l’exploit di Saturno contro la Terra. Firmate da Federico Pedrocchi, le avventure di Virus uno dei tanti <>, si aprirono con la prima storia di Virus (Virus, il mago della foresta morta – 1939), prima sul settimanale L’Audace e poi sul settimanale Topolino. Le tavole ,perfette nella loro geometrica pulizia, erano di Walter Molino. La seconda storia, Il Popo V, sempre dovuta al duo Pedrocchi-Molino, apparve nel 1940, su Topolino. Sempre su Topolino vide la luce la terza ed ultima storia, Il signore del buio, uscita nel 1946 (poco più tardi la prematura morte di Federico Pedrocchi, perito nel 1945 nel corso di un mitragliamento ad un treno, alle porte di Milano). Questa storia conclusiva venne disegnata, con resa meno nervosa, meno attraente e fluida da Antonio Canale, uno dei più dotati disegnatori di fumetti che il nostro Paese abbia avuto.
Gli anni che abbiamo indicato sono particolarmente importanti per la storia della fantascienza.
Sie era appena colucsa la stagione “ avventurosa” della fantascienza ed era appena cominciata quella, straordinaria, all’insegna della tecnologia, suscitata da John W. Campbell, il mitico primo direttore della rivista americana di SF Astounding Science Fiction, divenuta in seguito Analog. Negli anni che stanno tra l’incubazione cella terza guerra mondiale e il suo svolgimento, la fantascienza avrebbe imboccato infatti la strada dalla maturità e dei granbsi capolavori, con quelli di Asimov in prima linea.
Ma in Italia la FS venne realmente conosciuta agli inizi degli Anni Cinquanta. Prima, non se ne conosceva nemmeno il nome, e gli scarsi esempi di narrativa fantascientifica apparsi in Italia vennero etichettati con nomi diversi, come narrativa fantastica, avveniristica ecc.
Federico Pedrocchi, scomparso, come si è detto, prima dell’avvento del genere fantascientifico in Italia, ebbe, più che una conoscenza diretta delle fonti una serie di intuizioni attinenti la fantascienza. E le riversò su Virus.
Nel primo episodio, Pedrocchi ci presenta Virus (magistralmente inventato dalla matitai di Molino) in grado di “trasmettere” il copro di Roberto, il suo antagonista, da un posto all’altro, facendolo entrare in una specie di gabbia dove il corpo dell’eroe viene scomposto in”suoni” che vengono trasmessi, via radio, per essere ricomposti nelle primitive cellule alla distanza che l’inventore stabilisce.
Il capitolo della trasmizzione della materia è uno dei più ampi e affascianti della fantascienza, ma gli esempi più significativi si ebbero molti anni dopo Virus, almeno a partire dalla fine degli Anni Cinquanta e del deveninio successivo (si possono are i nomi di Algys Budrys, Clifford Simak, Ursula K. Le guin…). La prodigiosa scoperrtad iVirus indurrà l oscienziato a risvegliare dalla morte tutte le mummie egiziane custodite nei musei del mondo e questo prodigioso avvenimento getterà il nostro pianeta nello scompiglio. Sarà Roberto, l’avversario del “mago”, a scongiurare l’incubo catturando Virus con i suoi stessi apparecchi. Vale la pena di precisare a questo punto che Roberto, pur combatendo nel modi più deciso il geniale inventore, non arriverà mai ad odiarlo ed avrà, anzi, una sorta di rispetto per la somma intelligenza di Virus.
LE ALTRE DUE GRANDIOSE SCOPERTE.
Se nella prima storai di Virus assistiamo ai prodigi che la sua mente superiore ricava da una fantastica applicazione delle ondre ragio, il ritrovato che partendo gali esperiemtni di Marconi aveva cambiato radicalmente il mondo ,enlle altre storei il tema affronataova più oltre, e tocca due campi che costituiscono ancor oggi oggetto di studi ed esprimenti: lka ricerca di nuove energie e la gforza che possiamo ricavare dal sole. Nella seconda sotria, Il Polo V, Virus, già sconfitto ma di nuovo in azione, trova il modo di creare una “nova energia”. La ottine inserendop un “terzo polo” (il polo V, appunto) tra il polo negativo e il polo positoo che sono alla vase dell’energia elettrica. Questa forza dimostra la proprietà di respingere i corpi solidi.
Spiegherà, ad un certo momento della sotria, un alleato di Virus, che l’elettricità è il risultato di due forze inconciliabili e come tale fdonte di energia dinamica. L’inerismento tra queste due fdoirze di una terza (il ritrovato di Virus) porta alla individuazione di una terza forza che, applicata ad iuna elettrocalamita, assicura a quest’ultima la proprietà contraria della calamita: anziché atrarre, rspinge. Il prodigio, non spiegato come tutti i prodigi della fantascienza, si spinge fino al punto hce non sono soltanto i metalli ad essre interessati a questa nuova forza, ma tutti i coprpi solidi di q qualsiasi natura.
In possesso di questa nuova nergia, Visua cerchjerù ancora una volta di assoggerraree im mondo ai suoi disegni di dominio scientifico., e ancora una voltra saràa sconfitto da Roberto, il suo irriducibile avversario, caduto, tuttavia in un dramma personale (ama, riamato, una creatura, la principessa egiziana Delea, riportata alla vita dalla prima scoperta di Virus)-
Nel terzo episodio, Il signore del buio, Virus assume tuttavia la sinistra grandezza della sua eccezionale personalita per fare al suo antagonista di sempre, Roberto un dono supremo facendo riscegliare Dela da una sortad animsxzionre sospesa (altro riferimento fantascientifico di cui in seguito nolti scrittori si dareber oserviti) in cui era caduta in un momendo della serrata lotta tra i due. Virus, ormai prigioniero della società che non rispetta perché si sente, ed è, trappo grande al suo controndo, è infatti riuscito a catturare, e indirizzare secondo i suoi voleri, l’energia del Sole. E di una scintilla di questa energia, alla qulae noi umani ci siamo oggi rivolgendo registrando quancje timido successo, da dono a Dele per richiamarla alla vitr.a quali altri esempio occorre fornire per riconoscere a Federico Pedrocchi, definito un “Omero dei fuemttti” dal già citato Gerosa, ancha la qualifica di primo grande scrittore italian di fantascienza?

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