giovedì 11 gennaio 2007

WIKIPEDIA

Wikipedia, oggi la prima enciclopedia al mondo, aggiornata online da migliaia di navigatori nel mondo, e' spesso citata come il migliore esempio di quello che il Web ha reso possibile aiutando le persone a comunicare e a lavorare tra loro. Il recente dibattito sulla qualità e sull'autorevolezza dei contenuti generati dagli utenti, ha rappresentato nel complesso uno scrutinio molto positivo per tutta l'editoria cosiddetta collaborativi, agendo a volte anche da correttivo. La stessa Wikipedia, ad esempio, ha da poco adottato una policy più restrittiva e cominciato a proteggere l'accesso alla redazione di alcune voci, frequentemente violate dai naviganti. Ma per Wikipedia, non si è trattato necessariamente di un passo indietro. Anzi, il confronto con la monumentale Enciclopedia Britannica, edita su basi assolutamente tradizionali e rigorose, ma con appena un decimo delle voci attualmente aggiornate da Wikipedia, ha dimostrato semmai il grado di maturirà e di popolarità raggiunto dai wiki, utilizzati ogni giorno da milioni di utenti nel mondo. Ma attenzione: il progetto Wiki, avviato 11 anni fa da Ward Cunningham, non coincide affatto con l'enciclopedia, cioè con la sua applicazione più nota, ma con il software che permette di creare i wiki.
Cosa è un wiki? Fondamentalmente un processo condiviso, e non un semplice documento. Può sembrare che i wiki, nati dal modello collaborativo del Web, abbiano affiancando i PDF degli anni '90, ispirati al modello della pagina stampata ma nella realtà succede molto di più. I contenuti di un wiki evolvono di continuo, assieme alla loro struttura, grazie alle interazioni che nascono tra gli utenti.
Nel 1995 Cunningham lo descriveva così: Wiki si colloca al di fuori di questa visione. La creatività che le word wide network hanno reso possibile oggi eccedono di molto anche quello che Wiki permette per ora di fare. Servira' ancora molto lavoro prima di vedere dei wiki veramente universali".>>

Dieci anni dopo, il successo di
Wikipedia ha contribuito ad affermare sul web la piattaforma wiki, oggi è utilizzata persino da giochi come Second Nature o Trivian, per condividere in modo efficiente regole e interazioni di lontani mondi virtuali. Ma la sua popolarità è nettamente in crescita anche nelle intranet aziendali. In azienda i wiki sono entrati molto spesso un pò in sordina, introdotti da informatici e da persone dell'area Ict, per gestire la documentazione e la manualistica interna; nella didattica e nelle università erano già diventati uno strumento quasi insostituibile per il lavoro del docente. Negli 2-3 anni, poi, società come SocialText, TWiki, MindTouch o l'australiana Atlassian, hanno fatto il grande passo: non si sono limitate a diffondere il verbo wiki ma hanno cominciato a fornire servizi corporate per aziende medio-grandi. Secondo autorevoli osservatori è solo questione di tempo perchè tutte le organizzazioni imaprino a trarre vantaggi significativi dai wiki.
Come ha osservato David Weinberger: Un software open source come TWiki Enterprise va oltre la semplice condivisione di contenuti e permette agli utenti di creare piccole applicazioni che supportano processi di business sul posto di lavoro (...). Vediamo emergere un 'paradigm shift' là' dove sono dei 'non programmatori' a creare le applicazioni: il team crea, aggiorna e controlla contenuti e applicazioni.
Negli Stati Uniti oggi è wikimania. Il sito di Mindtouch, un provider con 1 milione di installazioni all'attivo, si presenta ad esempio con una domanda quasi provocatoria: Qual e' la tua Business Wiki Strategy?
L'hype e l'ottimismo, indispensabili per comunicare una potente metafora nel mondo reale, ovviamente poi non bastano e il successo di una strategia wiki risulta tutt'altro che assicurato (come ha dimostrato il clamoroso flop del Los Angeles Times, appena un anno fa).
Il fattore umano e organizzativo, resta l'unico veramente strategico in un progetto wiki, per adattare efficacemente il software alla cultura e alle esigenze delle organizzazioni.
Fonte:
Buongiorno.

Le voci scientifiche che compaiono sull’enciclopedia gratuita on line Wikipedia sono accurate tanto quanto quelle della prestigiosa Enciclopedia Britannica. È questa la conclusione a cui sono giunti alcuni lettori esperti a cui la rivista scientifica inglese Nature ha dato il difficile compito di confrontare il livello qualitativo delle due enciclopedie per quanto riguarda l’area delle scienze. La conclusione è quanto meno sorprendente. Tanto che Nature ha deciso di dedicare a questo argomento anche un editoriale che compare sul numero del 15 dicembre. Perché?
È presto detto. La sorpresa deriva dalla natura stessa di Wikipedia: un’enciclopedia su cui chiunque può mettere le mani. Non come fruitore, che già sarebbe una rivoluzione visti i costi proibitivi delle enciclopedie più famose, ma addirittura come autore. Cinque anni fa nacque l’idea di questa summa delle conoscenze in Rete: al suo arricchimento avrebbe contribuito qualunque utente, a prescindere dalle sue competenze. E così avviene: chi si collega al sito di Wikipedia può automaticamente correggere, se lo vuole, le voci in essa contenute. Un’idea folle, soprattutto per gli scienziati abituati al processo di revisione tra pari. Un articolo scientifico, infatti, per essere pubblicato non solo deve essere scritto da un autore che abbia le credenziali a posto, ma deve essere anche letto e approvato da alcuni esperti della materia.
Da un’enciclopedia scritta dai suoi utenti cosa ci si può aspettare dunque? Errori, imprecisioni, truffe. E, in effetti, in questi 5 anni Wikipedia è incorsa in problemi di questo genere. Tuttavia, il bello di tutta la faccenda è che l’errore si può correggere tanto facilmente quanto si può commettere. Tra tutti gli utenti c’è sempre qualche superesperto che scopre l’inesattezza e vi mette riparo. E così, con un meccanismo di autocorrezione, Wikipedia è riuscita a eguagliare la Britannica, almeno per quanto riguarda le voci scientifiche: il numero degli errori di un articolo non è maggiore di quello che si trova nella migliore delle enciclopedie su carta. In particolare, su 42 voci analizzate, in Wikipedia sono state trovate 4 inesattezze, nella Britannica tre.
Inoltre, Nature ha intervistato 1000 scienziati che recentemente hanno pubblicato articoli sulla rivista per sapere quanti conoscessero l’enciclopedia on line. Più del 70% ne ha sentito parlare, il 17% la consulta settimanalmente, ma meno del 10% aggiorna le voci. Jimmy Wales, uno dei fondatori di Wikipedia, sostiene che la qualità della sua creatura potrebbe essere ancora migliorata se gli scienziati parteciperanno di più alla stesura delle voci. E Nature si accoda a questo appello: l’autore dell’editoriale chiede ai suoi lettori di entrare in questa comunità virtuale. La ricompensa? «Potreste essere uno di quelli che hanno contribuito a trasformare un’idea apparentemente stupida in una risorsa mondiale di alta qualità e completamente gratuita».

[2005.12,17. Cristiana PULCINELLI]

[aggiornamento 2013.12,12.2009]


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