mercoledì 3 gennaio 2007

Ando GILARDI. [Arquata Scrivia. 1921 / Ponzone. 2012. | Fotogravo; archivista.]

Nato ad Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, nel 1921 e si è spento nel 2012, a pochi chilometri di distanza, nella sua casa di Ponzone dove era tornato a vivere negli ultimi 20 anni. Paesino di mille abitanti, in cima a una collina nel Monferrato,  luogo d’origine paterno, fu la sua base partigiana durante la seconda guerra mondiale e recentemente base delle sue ultime incursioni spiazzanti nel mondo virtuale di Internet, dove è stato protagonista fino ai suoi ultimi giorni di vita.
All’età di tre anni impara a leggere, a cinque i suoi autori preferiti sono Freud e Nietzsche. Da bambino contrae la poliomielite, la parziale invalidità lo avvicina definitivamente allo studio e ne fa per tutta la vita un lettore curioso e insaziabile. Completa la sua istruzione nelle scuole di Genova e coperto dall’apparente fragilità (senza obblighi di leva) partecipa segretamente alla guerra come partigiano in montagna, tra Liguria e Piemonte.
Nel 1945 subito dopo la guerra comincia ad occuparsi di fotografia a Genova, ricercando e riproducendo le immagini della guerra stessa, in particolare dei crimini nazifascisti, come documentazione giudiziaria per i processi. Nell’estate del 1950 sposa Luciana Barbarino, che durante la clandestinità era la sua “portatrice d’arma”. In quel periodo concepisce l’idea di quella che oggi è la Fototeca che porta il suo nome. Negli anni successivi si trasferisce a Roma e lavora come giornalista in varie testate; nel 1955-57 è fotografo etnografico per Ernesto de MartinoTullio Seppilli e Diego Carpitella.
Dal 1959, con la moglie Luciana fonda ufficialmente Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi e insieme partecipano con un numero di immagini molto rilevante alla ricerca iconografica per la realizzazione delle monumentali enciclopedie Universo e Le Muse.
Nel 1967 conosce Lanfranco Colombo che lo convince a trasferire Fototecada Roma a Milano; lo scopo è avvicinarsi ai grandi gruppi editoriali e le riviste di fotografia; collabora con prestigiose testate; diventa l’ideatore dei periodici Photo 13PhototecaStoria Infame…, le cui pubblicazioni si sono avvicendate dal 1967 al 1989; scrive numerosi saggi. Nel 1979 è l’ideatore del “gruppo Foto/gram“: per tre anni gira l’Italia tenendo corsi di fotografia didattica, pubblica tre manuali ad uso degli insegnanti e crea la Tri-camera Obscura una macchina fotografica di cartone, prodotta industrialmente da Ilford, per l’insegnamento della fotografia. Parte di questo gruppo sono le sorelle Elena e Patrizia Piccini, da allora comincia la costante collaborazione che le porta a divenire le attuali depositarie del patrimonio iconografico della Fototeca.
Nel 1993 lascia Milano per problemi di salute e si trasferisce con la moglie Luciana nella dimora della famiglia d’origine a Ponzone, sulle colline del Monferrato e anche da questo luogo remoto continua a produrre. Nel 1995 durante la realizzazione de “La Gioconda di Lvov“, storica mostra itinerante foto-letteraria definisce per la prima volta il concetto di “fotografia spontanea” successivamente chiarito nel suo “Specchio della Memoria” ultimo dei saggi pubblicati per Bruno Mondadori. Prosegue nel suo percorso di storico dei procedimenti di fabbricazione delle immagini, sperimentando in prima persona le nuove tecniche di produzione digitale. Tramite le sue immagini, in questi anni ha animato lo spazio espositivo della Biblioteca Civica di Acqui Terme “La Fabbrica dei Libri”, con l’allestimento di mostre didattico-artistiche a cadenza bimestrale, esperienza conclusasi a fine 2004. Successivamente svolgendo una ricerca personale sulle implicazioni artistiche delle tecniche di fotografia digitale, da gennaio a dicembre 2007 ha redatto un diario giornaliero di laboratorio, diffuso online attraverso la lista di distribuzione “Amici”. Nell’agosto 2008 ha concepito “TubArt”, il suo canale personale su YouTube e costretto alla tastiera dall’aggravarsi delle sue possibilità deambulatorie, cominciano in rete le sue abbondanti, spassose, profonde e geniali esternazioni  sulla società contemporanea, del tutto inconsuete per i social network: nel 2010 scrive “La Stupidità Fotografica” (pubblicato postumo nel 2013) e approda al suo frequentatissimo profilo Facebook dove oltre 1800 amici hanno assistito quasi in diretta alla conclusione del suo straordinario viaggio su questa Terra.

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